La motivazione per cui rifiutare una fattura rimane sempre la stessa: insussistenza del credito. Se ci si accorge di questo problema nei 15 giorni, si può usare il SdI per comunicare, attraverso apposita notifica, il rifiuto al fornitore.
Se entro 15 giorni la PA trova errori di contenuto (quelli formali li verifica già lo SdI), può infatti chiedere al fornitore di riemettere la Fattura. Se entro 15 giorni la PA non riesce neanche a leggere la Fattura, e quando ci riesce non la trova “coerente” con quanto si aspettava di ricevere (errori contabili o informazioni mancanti) la PA comunicherà col fornitore attraverso altri canali per richiedere quanto necessario per porre rimedio (eventuali note di credito, per annullare la vecchia Fattura e ricevere la nuova Fattura). Diciamo che quindi i 15 giorni offerti dal SdI sono prevalentemente “una cortesia” verso il fornitore, e non rappresentano un obbligo, per la PA. Peraltro si osserva, dalle prime esperienze, che le PA ci tengono a dare riscontro positivo o negativo nei 15 giorni, attraverso SdI, a oggi. Una bella attenzione verso i fornitori, direi, no?
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